3 domande su Echiquier World Equity Growth

Lanciato 10 anni fa, giorno per giorno, Echiquier World Equity Growth investe nella crescita a livello globale. Gestito da David Ross, coadiuvato da Rolando Grandi e da due analisti, questo fondo di convinzione rispetta una disciplina che ha dato prova di sé. Dal lancio, infatti, il fondo registra una performance cumulata pari a 140,2%, contro 102,1% per l’indice di riferimento, l’MSCI ACWI NR EUR.

 

Come  possiamo definire l’approccio di questo fondo globale che Lei gestisce da Parigi? 

Il nostro approccio è molto semplice: investiamo nei megatrend, dovunque nel mondo. Oggi ci siamo dati 3 priorità: il lavoro a distanza, i consumi a domicilio e le classi medie nei Paesi emergenti. 

Questa visione di lungo termine ci permette di prendere le distanze dai riflessi a breve sui mercati e di percorrere il mondo alla ricerca di nuove opportunità di investimento. Echiquier World Equity Growth ben rappresenta il processo di stock-picking di LFDE – analisi fondamentale e incontri con le aziende – applicato a un universo globale senza alcun vincolo geografico. 

Il nostro metodo si è fatto valere. EWEG vanta un track record di qualità: la sua performance annualizzata dalla data di lancio nel 2010 è pari a +140,2% rispetto +102,1% per il benchmark, a + 33,0% a 5 anni rispetto a + 12,5% per l’indice e + 16,3% a 3 anni rispetto  a +1,9%.[1]

 

Come è stato ripensato il portafoglio di Echiquier World Equity Growth da quando è scoppiata la crisi del Covid 19?

La mission di Echiquier World Equity Growth è rimasta immutata: continuiamo a investire nei propulsori della crescita globale. Ho però ripensato il quadro di riferimento in cui si inserisce il mio processo decisionale. Credo che le decisioni chiave si riferiscano ormai alla sostenibilità dei business model in questo nuovo mondo “corona”. 

Visto il nostro orizzonte d’investimento a lungo termine, gli impatti a breve del coronavirus non hanno nessuna rilevanza. Contano per noi le ripercussioni nel lungo periodo. Echiquier World Equity Growth intende evitare le aziende con un fatturato sostenuto a breve dell’attuale contesto – i produttori di carta igienica, ad esempio – o anche quelle le cui vendite saranno per sempre compromesse come, in particolare, le navi da crociera. Ci concentriamo invece sulle aziende che stanno registrando una flessione del fatturato durante il periodo di lockdown ma che potranno, secondo noi, recuperare in futuro, come le società che operano nel settore della chirurgia elettiva, o quelle che vedranno normalizzarsi le loro vendite. In quest’ultimo caso mi riferisco alle società che processano i pagamenti con carta di credito.

Ovviamente, ci piacciono molto anche le aziende con dei business model in costante miglioramento per via di cambiamenti di comportamento, l’e-commerce, ad esempio.

 

Come si spiega, secondo Lei, la performance del fondo a lungo termine e la sua sovraperformance dall’inizio della crisi? 

La nostra disciplina rigorosa e la nostra visione a lungo termine ci mettono al riparo dalle turbolenze sui mercati e dalla tirannia del breve termine. Questa filosofia si è dimostrata vincente nel tempo, in un contesto soprattutto di crescita rallentata e di bassi tassi: le aziende che riescono a crescere in questo contesto sono più redditizie per gli investitori. 

Dall’inizio della crisi Covid-19, Echiquier World Equity Growth ha dimostrato una buona resilienza.  Con un rendimento trimestrale di -16,2% per Echiquier World Equity Growth A e di -15,8% per la classe I, il fondo ha battuto il suo indice di riferimento, l’MSCI ACWI NR EUR (-19,6%), con una sovraperformance di 340 punti base per la classe A e 380 punti base per la classe I.

L’attuale sovraperformance è generata soprattutto dai titoli americani in portafoglio, Amazon e Microsoft, dalla sovraponderazione della Cina con Yum China, proprietaria dei ristoranti KFC e Pizza Huts in Cina, e dal gigante dell’e-commerce Alibaba, oltre che dalla sovraponderazione dei “vincitori nella recessione”. Come sappiamo, le recessioni hanno tutte cause diverse ma producono sempre lo stesso risultato: a vincere sono coloro che entrano in recessione con bilanci solidi e ingenti flussi di cassa, che sono quindi in grado di approfittare della minor concorrenza per assumere talenti, fare acquisizioni e investire nella crescita futura. Posso citare Microsoft, Adobe, Facebook, Amazon, Alibaba, Mastercard, Visa e Thermo Fisher.

Manteniamo un approccio prudente e nel frattempo iniziamo a prepararci al mondo “del dopo”.

 

[1] Le performance passate non anticipano le performance future. Il fondo presenta un rischio di perdita di capitale, rischio azionario, rischio di cambio, rischio di gestione discrezionale, rischio di tassi e credito.