Luc Olivier

#MeetLFDE : Luc Olivier, gestore di fondi impact, La Financière de l’Echiquier

Qual è il tuo percorso?

Dopo aver conseguito un Master in Banca e Finanza all’Università Paris I Panthéon-Sorbonne ho proseguito con un doppio Master in Management e MSc Corporate Finance presso l’EDHEC. Prima di entrare in Exane a Londra ho raggiunto il team SRI di LFDE durante il mio anno sabbatico, dove sono poi tornato nel 2017, fresco di laurea, in veste di analista finanziario ed extra-finanziario, un duplice ruolo appositamente creato. Non sono però diventato schizofrenico visto che i due piani sono perfettamente coerenti e radicati nel DNA di LFDE. Dopo tre anni trascorsi da analista sono diventato co-gestore dei fondi impact: Echiquier Positive Impact Europe ed Echiquier Climate Impact Europe, lanciato alla fine del 2020.

Perché la scelta dell’asset management?

Le mie radici si estendono dal Béarn, nel sud della Francia, al Lussemburgo, e nella mia formazione si fondono numeri e spiritualità. Non sono incompatibili, anzi, proprio come l’SRI e la performance… I miei genitori, adepti dello yoga e della meditazione, ma informatici, mi hanno trasmesso la consapevolezza del vivente e l’interesse per i numeri. Ben presto sono diventato consapevole dell’importanza dello sviluppo sostenibile e il mio interesse per i numeri è sfociato naturalmente nell’investimento responsabile e nell’impact.

 L’impact investing è il principale vettore di cambiamenti positivi?

A mio avviso, l’impact investing è essenziale perché permette di orientare i capitali verso le aziende più virtuose, che offrono soluzioni concrete alle sfide dello sviluppo sostenibile. Ha un duplice scopo: conciliare la redditività finanziaria con l’impatto ambientale e sociale. L’impact investing è anche, e soprattutto, un impegno quotidiano dei gestori nei confronti delle aziende grazie al grande potere dell’azionariato. Sì, l’impact investing è portatore di cambiamenti.

Ad ogni modo, ciascuno è tenuto ad agire. La finanza non è l’unico rimedio possibile. Invito ognuno di noi a porsi costantemente una domanda: “Qual è il mio impatto personale?” Non sto pensando solo allo spegnere la luce quando si esce da una stanza o alla scelta dell’una o l’altra modalità di trasporto, ma alle competenze di ognuno a favore di settori non inquinanti. Un’attività professionale, correttamente orientata, può generare un impatto positivo sostanziale.

Una passione?

Ho ereditato la passione di mio nonno, cantante lirico nel coro dell’Opéra Comique di Parigi. Come lui, sono un tenore. Da studente, mi sono immerso nel mondo della lirica e mi sono cimentato nella preparazione di un’opera, mentre entravo in una grande scuola di canto parigina. Quando sono arrivato in LFDE sono stato costretto a fare una scelta. Il mestiere dell’artista non mi fa sognare. Il corpo è lo strumento del cantante con i sacrifici che ne conseguono. Tuttavia, l’impatto della tecnica lirica è fenomenale sul corpo e ogni suono giusto provoca un’esperienza incredibile. Sono affascinato dal canto.