#MeetLFDE - Coline Pavot

Coline Pavot, Responsabile Ricerca Investimento Responsabile, La Financière de l’Echiquier, Settembre 2021.

 

Ci racconta il Suo percorso? / Perché la scelta dell’asset management?

Sono cresciuta ai piedi del Monte Bianco, in un contesto familiare sensibile alle cause e sfide ambientali. Mi è parso del tutto naturale provare ad agire a favore di un mondo più sostenibile. Allo scopo, ho lasciato il mio contesto naturale per andare a frequentare un corso preparatorio per le Grandes Ecoles prima, ed entrare alla SKEMA Business School poi, dove ho conseguito un Master in Gestione strategica dello Sviluppo Sostenibile. Durante il mio percorso formativo mi sono impegnata a favore dello sviluppo sostenibile all’interno di ONG ed enti locali, e anche del microcredito in India. Ho concretizzato il mio modo di vedere una finanza socialmente più equa e più rispettosa dell’ambiente entrando nel team Investimento Responsabile di BNP Paribas Wealth Management prima di raggiungere La Financière de l’Echiquier nel 2017. Dal 2020 sono a capo del team dedicato alla Ricerca Investimento Responsabile.

 

La Financière de l’Echiquier (LFDE) ha formalizzato la sua dottrina di impatto. Quali sono, secondo Lei, i principi cardine dell’impact investing?

La pubblicazione di questa dottrina è un gesto importante da parte di LFDE che afferma, in questo modo, il suo posizionamento e il suo impegno a favore dell’impact investing.

Essere un impact investor è un esercizio impegnativo che poggia su tre concetti fondamentali:

1. L’intenzionalità. L’intenzione di generare un impatto ambientale e/o sociale positivo è il punto di partenza di qualsiasi approccio di impact investing. L’intenzionalità si basa su alcune componenti essenziali: una tesi di impatto, obiettivi di impatto ex ante associati a indicatori precisi, una solida governance

2. L’addizionalità, quel tocco di anima in più che fa andare oltre lo status di investitore responsabile e diventare un impact investor. Lo si ottiene attraverso l’engagement, un periodo lungo di detenzione degli asset o il sostegno dato ad aziende il cui impatto è meno diretto o meno visibile.

3. La misurabilità dell’impact degli investimenti e del fondo, la trasparenza della comunicazione grazie alla pubblicazione di un report di impatto, con l’aiuto di esperti indipendenti, rivestono un’importanza cruciale. Gli indicatori di impact ex ante possono essere inclusi nel package di remunerazione dei gestori.

Un programma di ampia portata per chi volesse buttarsi in questa avventura!

 

Quale misura adotterebbe per prima se fosse il presidente della Repubblica?

È difficile scegliere data la portata delle azioni da intraprendere di fronte all’impellenza delle sfide climatiche e sociali. Presenterei un progetto di legge basato sul principio “chi inquina paga” per costringere le imprese a internalizzare il costo delle esternalità sociali e ambientali causate dalle loro attività. Questi costi non sarebbero più sostenuti dalla società e darebbero valore ad alcune risorse naturali preziose, che non sono né inesauribili né rinnovabili. I produttori di tabacco, per esempio, dovrebbero pagare il costo del tabagismo attualmente sostenuto dai sistemi sanitari nazionali. I produttori di combustibili fossili sarebbero costretti a pagare per l’impatto della loro attività sulla biodiversità. Il prezzo dei prodotti e dei servizi includerebbe allora il loro costo reale per la società e l’ambiente, evidenziando i più virtuosi tra loro e incoraggiando gli altri ad adottare pratiche migliori. Probabilmente è una misura utopica, ma sognare è lecito se si è presidente.