Echiquier Positive Impact Europe: le azioni europee beneficiano dello European Green Deal

Luc Olivier, gestore di Echiquier Positive Impact Europe1, La Financière de l’Echiquier

Un anno difficile si è appena concluso, segnato da grande incertezza e volatilità sui mercati, provocate dalla pandemia di Covid-19. I mercati azionari globali si sono ripresi dopo lo storno della primavera scorsa e dovrebbero iniziare il 2021 in leggero rialzo.  Nel 2020, anno in cui è stato necessario avere i nervi saldi, le aziende europee con un buon profilo ESG hanno dimostrato di resistere meglio alla crisi di altre. Echiquier Positive Impact Europe ha resistito relativamente bene al crollo del mercato e ha approfittato più velocemente della ripresa, con una volatilità inferiore a quella dell’MSCI Europe. A spiegare questa resilienza è, secondo noi, il DNA del fondo, che valorizza i criteri ESG e cerca di generare un impatto positivo rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’ONU. Il fondo non è quindi esposto alle industrie e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi, come i combustibili fossili, ma lo è, invece, a quei settori che si sono avvantaggiati della crisi, come la salute e la tecnologia.

ESG e Impact2, due motori di performance

Siamo convinti che l’ESG e l’Impact saranno i principali driver di performance in futuro. Stando alle Nazioni Unite, le opportunità generate da vari SDGs potrebbero attestarsi su 12 trilioni di dollari entro il 2030 mentre alcune società europee quotate in borsa sono ben posizionate per sfruttare queste opportunità. All’interno del nostro universo d’investimento, composto da un centinaio di società che analizziamo regolarmente, selezioniamo una quarantina di titoli sulla base dei nostri criteri di esclusione, di analisi ESG3 e di contributo agli SDGs. Le large cap rappresentano i due terzi del nostro portafoglio, di cui l’85% è ad oggi concentrato su titoli growth.

Poiché non tutti gli SDGs sono orientati al business, ci focalizziamo su due elementi: il contributo diretto al raggiungimento degli SDGs fornito da un’azienda attraverso i suoi prodotti o servizi, e il contributo complessivo di un’azienda grazie ai suoi prodotti e servizi. Ad esempio, nessun singolo prodotto può contribuire all’ “Uguaglianza di genere” (SGD 5), anche se la gestione delle risorse umane e dei principali anelli della catena di fornitura di un’azienda possono contribuirvi.

Salute, consumi ed energia: un impatto diretto sugli SDGs

 I due SDGs con l’impatto più concreto e diretto sono “Salute e benessere” (SDG 3) e “Consumo e produzione responsabili” (SDG 12).  All’interno del settore della salute, che rappresenta oggi il 30% del portafoglio, ci stiamo concentrando su tre sottosettori: la diagnostica, che ha acquisito maggiore importanza durante la pandemia, le aziende farmaceutiche e le medtech. Quanto ai consumi sostenibili, siamo alla ricerca di aziende che producono materiali riutilizzabili o offrono alternative, ad esempio, alla plastica, e rappresentano attualmente il 20% circa del portafoglio. Siamo anche interessati ai produttori di semiconduttori, come la tedesca Infineon, che produce interfacce per le energie rinnovabili, contribuendo all’SDG 7, “Energia pulita e accessibile”.

 Salute, digitalizzazione e European Green Deal

Continueranno a crescere nel breve, medio e lungo termine, gli investimenti nel settore sanitario in cui manteniamo un’esposizione elevata. Anche se abbiamo leggermente ridotto la nostra posizione nella diagnostica a seguito delle performance significative messe a segno nel 2020, il nostro impegno nei confronti di questi titoli rimane. Inoltre, il cambiamento climatico continuerà a essere una delle principali preoccupazioni per i governi e gli investitori privati, cui il nostro portafoglio è esposto per quasi il 30%.  Con il Green Deal, l’Europa sta mettendo in atto un’ambiziosa politica climatica che le consentirà di diventare la prima regione a neutralità climatica nel 2050. Aziende come Michelin o il produttore di materiali Covestro, che offrono soluzioni per affrontare la sfida climatica, dovrebbero trarne vantaggio. Infine, la digitalizzazione continuerà a conquistare terreno e noi manterremo un interesse particolare per le aziende nel cloud computing. Queste tre tendenze dovrebbero, a parer nostro, essere dei motori di performance nell’anno appena iniziato.

[1] Il fondo è principalmente esposto al rischio di perdita di capitale e al rischio azionario.
[2]  L’investimento nel fondo non genera un impatto diretto sull’ambiente e la società. Il fondo, invece, è volto a selezionare le aziende che rispondono a criteri specifici definiti dalla strategia di gestione.
[3] Environmental, Social e Governance. L’analisi ESG non significa vincoli in termini di selettività. Il livello di selettività varia a seconda dei portafogli.