Olivier de Berranger

Olivier de BERRANGER, Deputy CEO con la complicità di Rolando Grandi 

“Open the pod bay door, Hal!” A quest’ordine dell’astronauta David Brown, Hal, il supercomputer di bordo di una navicella spaziale, rifiuta di obbedire (“I’m afraid I can’t do that”), rivoltandosi di fatto contro i suoi ideatori. Questa mitica risposta tratta da 2001: Odissea nello spazio risuona con particolare forza in questo momento specifico, che si configura come uno dei più creativi della Storia dell’umanità, e forse il più vertiginoso.

Ci sono diversi modi per pensare il futuro. Si può decidere di lasciargli la porta aperta oppure di chiudergliela per paura dell’ignoto. In un mondo in rapida e profonda trasformazione, è indubbio che occorra aprirsi all’innovazione accettandone i rischi.

Dalle auto a guida autonoma alla chirurgia robotica, l’Intelligenza Artificiale (AI) ha come unico limite l’immaginazione dell’uomo. Per facilitarne lo sviluppo in Francia, è necessario creare un ecosistema propizio allo sviluppo di un settore tecnologico paragonabile a quello di Stati Uniti e Cina. Il finanziamento delle tecnologie cosiddette disruptive è una sfida di sovranità e di sviluppo economico tanto per la Francia quanto per la Borsa di Parigi. Partendo da queste constatazioni, il rapporto Tibi1 calcola in 20 miliardi di euro l’investimento necessario per favorire la nascita di fondi global tech e di leader tecnologici con domicilio francese. La nazione possiede indubbiamente molteplici punti di forza (ricercatori di fama, leader globali, un tasso di risparmio elevato), ma è anche vero che i suoi gioiellini tecnologici si finanziano all’estero poiché in patria non trovano strutture solide in grado di sostenerne la crescita.

Viviamo una fase strategica. Non manca niente per far funzionare l’AI: dai big data (il suo oro nero) al cloud, la “fabbrica” dove viene stoccata e trasformata da reti neuronali artificiali che la dotano di capacità di autoapprendimento, passando per le applicazioni, che le permettono di uscire dai laboratori e integrarsi nella nostra economia e nelle nostre vite. L’Intelligenza Artificiale è di buon auspicio per l’economia mondiale, alla quale, secondo PwC, dovrebbe fornire un valore aggiunto di oltre 15.000 miliardi di dollari entro il 2030. Un incremento di guadagno in un momento cruciale.

Questa tecnologia universale, dotata di un potenziale di innovazione prodigioso, avrà ricadute su tutti i settori e paesi. Individuando questo megatrend, LFDE ha deciso di lanciare un fondo2 dedicato all’AI, il primo gestito da una società di gestione francese. Da giugno 2018, Echiquier Artificial Intelligence mira a intercettare la creazione di valore generata dall’AI attraverso un approccio globale e trasversale, incentrato su quattro profili di aziende che utilizzano (NETFLIX), beneficiano (BLUE PRISM) o contribuiscono allo sviluppo dell’AI (GDS Holdings, KEYENCE).

Dal lancio, il nostro fondo globale tech ha sovraperformato l’indice di riferimento, MSCI World, a dispetto di tutte le crisi (guerre commerciali, crisi a Hong Kong, coronavirus) grazie a una disciplina di gestione basata sullo stock picking, con un approccio in cui al centro dell’analisi vi sono il finanziario e l’extra-finanziario. L’analisi dei criteri ESG copre oggi la totalità del portafoglio.

Nessuno ha la capacità di prevedere il futuro. LFDE ha scelto di investire al vostro fianco nella più grande rivoluzione tecnologica della nostra era e di contribuire alle sfide illustrate nel rapporto Tibi. Siamo convinti che l’AI sia la chiave di volta dell’economia futura e permetterà di generare un enorme valore e forse, come cantava David Bowie, di creare “a better future”.

 

1 La relazione “Financer la quatrième révolution industrielle” dell’economista Philippe Tibi è stata consegnata a luglio 2019 al Ministero dell’Economia e delle Finanze francese
2 Per fondo si deve intendere un fondo o un comparto di SICAV