La sfida climatica al centro dell’impact

Intervista a Paul Merle, manager 

 

I piani massicci di investimento stanziati a livello governativo in Europa e negli Stati Uniti hanno incoraggiato l’afflusso di capitali in alcuni settori, in particolare quello dell’energia verde. Affinché il riscaldamento climatico si mantenga al di sotto dei 2°C, vanno sostenuti tutti i settori dell’economia, sottolinea Paul Merle, gestore del fondo Echiquier Climate Impact Europe1 presso La Financière de l’Echiquier (LFDE).

 

La transizione energetica occupa un posto centrale nel green deal in Europa e nel piano di ripresa di Joe Biden. Come può il settore finanziario sostenere al meglio questa transizione?

Al settore finanziario spetta un ruolo cruciale. LFDE predilige un approccio pragmatico volto, in particolare, a non escludere alcun settore dal fondo impact, Echiquier Climate Impact Europe, lanciato nel dicembre 2020. Crediamo che ogni settore debba contribuire ad affrontare questa sfida. Investiamo in soluzioni, ma anche in pionieri (nuove soluzioni, politiche ambiziose) e in aziende in fase di transizione. Prendiamo l’esempio del trasporto, che sono responsabili del 25% delle emissioni di CO2, che non contribuiremmo a ridurre anche se lo escludessimo dai nostri investimenti. Un altro esempio che possiamo fare è Kering, nel settore del lusso, che a prima vista non sembra essere l’operatore più virtuoso. Eppure, l’azienda si è impegnata a percorrere una traiettoria coerente con un limite per il riscaldamento posto all’1,5°C, coinvolgendo i suoi fornitori e costringendo i suoi concorrenti a prendere posizione. È questo il tipo di approccio cui il settore finanziario dovrebbe dare maggior sostegno.

 

Abbiamo assistito al lancio di un numero crescente di fondi dedicati al clima e alla transizione. Dobbiamo temere una bolla per alcuni asset “verdi”?

Una rotazione fattoriale è al momento in atto. Dopo aver favorito gli asset “verdi”, gli investitori stanno ora puntando sui titoli a sconto, che sono stati penalizzati dalla crisi e iniziano a beneficiare della ripresa. Le aziende del settore green mantengono il loro potenziale a lungo termine poiché, come sappiamo, il posizionamento ESG è un fattore di crescita sostenibile. D’altra parte, sarebbe rischioso concentrare un investimento dedicato al clima su un tipo di azionisoltanto, come le energie rinnovabili. Grazie al nostro approccio pragmatico, abbiamo un portafoglio più equilibrato, con investimenti in aziende che contribuiscono alla transizione energetica in settori spesso assenti dai fondi climatici. Inoltre, siamo ben consapevoli che non passeremo di punto in bianco a un mondo in cui il 100% dell’energia è verde e che è importante promuovere soluzioni che rispondano alle esigenze dell’economia reale. Abbiamo investito in Aker Carbon Capture, società norvegese che cattura la CO2. Il nostro lavoro di investitori consiste anche nel verificare i fondamentali finanziari delle aziende e i loro livelli di valutazione.

 

Che ruolo dovrebbe svolgere la biodiversità in un investimento a impatto?

Oltre ai criteri ESG e finanziari, il nostro stock-picking poggia su una metodologia interna da cui ricaviamo la “climate maturity e la biodiversità” delle aziende. Abbiamo scelto, l’anno scorso, di rafforzare i criteri relativi alla biodiversità. Sappiamo bene che le aziende non sono sempre all’avanguardia in questo campo e non sanno come tenerne conto nella loro politica. Abbiamo quindi consolidato il sostegno che diamo loro, stabilendo delle linee d’azione. Le pratice dovrebbero migliorare a seguito della pressione esercitata dagli investitori e grazie a coalizioni come Finance for Biodiversity Pledge, cui La Financière de l’Echiquier ha aderito. La stessa LFDE si impegna, entro il 2024, a integrare i criteri di biodiversità nelle sue analisi, a sostenere le imprese, a misurare l’impatto dei suoi investimenti e a pubblicarli in totale trasparenza.

 

L’impatto è anche quello vostro, della società di gestione. Cosa state facendo per migliorarlo?

Nel 2021, LFDE ha adottato una dottrina d’impatto esigente, finalizzata a inquadrare le nostre azioni e le nostre esigenze in termini di impatto. Stiamo anche per organizzare il nostro primo evento dedicato al clima e alla biodiversità, che riunirà esperti e aziende. Speriamo di riuscire a promuovere il dialogo e i cambiamenti nelle pratiche. Internamente, stiamo facendo formazione a tutti i nostri dipendenti su questi argomenti. Infine, i due fondi impact di LFDE sono riuniti in una Sicav e riversiamo parte delle commissioni di gestione ad associazioni. L’impatto lo si percepisce in ogni sfaccettatura del fondo, non solo nell’investimento.

 

1. Il fondo è principalmente esposto al rischio di perdita di capitale, al rischio azionario, al rischio valutario, al rischio di gestione discrezionale e al rischio legato all’investimento in piccole e medie capitalizzazioni.