«FLASH» SUI MERCATI
Cosa pensare della flessione dei mercati azionari europei dal 19 settembre 2014?
A cura di Marc Craquelin, Direttore dell’Asset Management
L’effetto combinato di alcuni fattori concomitanti giustifica lo storno:
– La flessione delle materie prime, e del petrolio in particolare (- 23 % dal 1° giugno), viene letta dai mercati come un leadingindicator di una crescita mondiale che rallenta.
– Inoltre, la visibilità è penalizzata dai rischi geopolitici in Medio Oriente e in Ucraina cui si aggiungono le incertezze legate all’impatto del virus Ebola sugli scambi a livello mondiale.
– In Europa, gli indicatori economici inferiori alle attese spingono gli investitori a fare degli arbitraggi geografici orientando i flussi verso le economie emergenti.
– La BCE non ha del resto ancora fornito una risposta convincente di fronte al basso tasso di inflazione mentre si riaccendono i timori di uno scenario «alla giapponese» per l’Eurozona.
– Queste aspettative di inflazione al ribasso, come dimostra il calo degli swap sull’inflazione, tornano a profilarsi negli Stati Uniti e alimentano itimori di un rallentamento della crescita americana.
– Per concludere, l’avvio dell’uscita dal «quantitative easing” della FED ha spinto gli investitori a prendere profitti su alcune società prima della pubblicazione dei dati del terzo trimestre.
Alcune tendenze di fondo possono tuttavia sostenere il mercato a medio termine:
– I bassi prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche depongono a favore del potere di acquisto dei consumatori europei.
– Il deprezzamento dell’euro dal 1° giugno, rispetto tra l’altro al dollaro (1,26 a fine settembre 2014), è un fattore positivo per l’Europa e, in particolare, per le aziende esportatrici.
– La BCE rimane attiva, sotto la guida di M. Draghi. Siamo fiduciosi che saprà adottare misure innovative di sostegno per la crescita e di lotta contro il rischio deflazionistico.
– I tassi di interesse rimangono molto bassi, favorendo la ripresa del rischio da parte degli investitori e consentendo alle aziende di contenere gli oneri finanziari.
– Da sottolineare infine la buona tenuta delle obbligazioni “investment grade”, che fanno sicuramente la differenza tra lo storno attuale e la crisi borsistica del 2008!
Cosa fare in questo scenario?
> Il movimento al ribasso dei mercati europei secondo noi non si è esaurito. Nel breve termine prediligiamo quindi i fondi diversificati come ARTY. Risponde alle attese degli investitori alla ricerca di una volatilità controllata attraverso un portafoglio equilibrato tra azioni e obbligazioni corporate. Il fondo ha reagito positivamente alle turbolenze estive grazie alla sua strategia mobile.
> Continuiamo a sostenere che le fasi di storno offrono delle opportunità per i fondi azionari. Nel medio termine, Echiquier Major è ben posizionato per approfittare del quadro attuale. Dedicato alle grandi società europee di crescita, il fondo è esposto naturalmente ai grandi esportatori europei che trarranno vantaggio nei prossimi mesi da condizioni di finanziamento favorevoli.
I fondi Financière de l’Echiquier sono perlopiù investiti in azioni e in obbligazioni corporate e presentano un rischio di perdita di capitale. Per maggiori informazioni sui rischi e sulle spese si consultino i prospetti disponibili su semplice richiesta presso la società di gestione o si contatti l’interlocutore abituale.