Tequila Sunrise
David Ross, CFA, Gestore azioni globali, La Financière de l’Echiquier (LFDE) | luglio 2024
Perché interessarsi oggi al Messico? Sono molte le ragioni che depongono a favore del Paese, uno dei principali produttori mondiali di argento, rame, oro, piombo, zinco, petrolio e gas naturale. Oltre a essere il partner commerciale privilegiato degli Stati Uniti, il Messico è anche uno dei primi beneficiari della riorganizzazione delle catene di fornitura globali create in parallelo con quelle cinesi. Decimo Paese al mondo per popolazione con oltre 127 milioni di abitanti[1], pari a quella di Italia e Francia riunite, vanta un PIL di 1.470 miliardi di dollari, superiore a quello della Spagna. E, come per Francia, Regno Unito o Stati Uniti, le recenti elezioni nel Paese hanno fatto scorrere fiumi d’inchiostro.
Il partito uscente Morena e la sua candidata Claudia Sheinbaum hanno ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni presidenziali del 2 giugno. Ma il dato più preoccupante per gli investitori è che Morena ha conseguito alla Camera Bassa del Congresso un numero sufficiente di seggi per procedere da solo a modifiche costituzionali, mentre al Senato gli sono mancati appena due seggi per ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria per far passare le modifiche. La possibilità di promuovere cambiamenti significativi crea incertezza e i mercati detestano l’incertezza.
Preoccupa anche la decisione del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, molto popolare per le azioni di contrasto alla povertà, di rimanere in carica fino al primo ottobre, un mese dopo l’insediamento del nuovo Congresso e del nuovo Senato. In questo modo AMLO, come viene soprannominato, ha la possibilità di realizzare modifiche costituzionali importanti senza preoccuparsi delle conseguenze.
Tutti questi fattori hanno creato un’estrema volatilità post-elettorale sui mercati. Il peso messicano ha perso il 10% e i listini si sono fortemente indeboliti per due settimane consecutive. Tuttavia, i mercati commettono spesso lo stesso errore quando si interessano all’America Latina. Pensano che tutte le vittorie della sinistra equivalgano a quella di Hugo Chavez in Venezuela, con la nazionalizzazione di beni privati, un’iperinflazione incontrastata e investitori annientati. La realtà è generalmente un’altra. Se nel 2002 la probabilità dell’elezione di Lula in Brasile ha scatenato il panico nei mercati, con un crollo dell’80% tra il picco raggiunto nel 2000 e le elezioni, nei fatti Lula ha governato con competenza e investire al momento della sua elezione ha creato una reale opportunità. I mercati si sono fatti prendere dal panico anche quando Humala ha vinto le elezioni in Perù nel 2011, ma anche in quel caso il governo ha gestito il Paese con competenza, facendo sorgere opportunità interessanti. Lo stesso Messico rappresenta un precedente, con la vittoria di AMLO nel 2018. Dopo la sua elezione i mercati hanno perso fortemente terreno, non tenendo conto del lavoro che aveva realizzato come sindaco di Città del Messico, soprattutto in ambito di disciplina fiscale. Anche in quel contesto si sono generate opportunità interessanti.
Claudia Sheinbaum si inserisce nel solco di AMLO: anche lei è ex sindaco di Città del Messico, la più grande città del Nordamerica con oltre 9,2 milioni di abitanti, e l’opinione generale è che abbia gestito la città in maniera credibile. Laureata in ingegneria, ha scritto più di 100 articoli e due libri sull’energia e l’ambiente. Se la sua filosofia non è liberista, tutto il suo percorso indica comunque una gestione sensata e competente. I membri del suo gabinetto sono personalità molto classiche, che dovrebbero mettere a proprio agio gli investitori. Anziché cedere alla paura irrazionale suscitata da questa vittoria elettorale, agli investitori converrebbe approfittare della volatilità dei mercati.
Una delle regole d’oro della gestione consiste nel trarre vantaggio da una correzione esogena finché i fondamentali delle aziende sono preservati.