Olivier de Berranger

C’era una volta in America...

Novembre è il mese del Ringraziamento negli Stati Uniti, il Thanksgiving. Al grande rito annuale del quarto giovedì del mese, ogni quattro anni si aggiunge l’appuntamento delle elezioni presidenziali. Ormai certificata ufficialmente, con grande sollievo di tutti, la recente elezione di Joe Biden darà vita a un governo democratico, probabilmente diviso vista la mancata “onda blu”. Contando i voti previsti nel ballottaggio del 5 gennaio 2021 per eleggere i due senatori della Georgia, i Democratici potrebbero avere il controllo del Senato americano. Infatti, se ottenessero questi due seggi, la composizione del Senato sarà equilibrata, 50% per ciascuno degli schieramenti. Il vicepresidente del Senato potrebbe spezzare questa situazione di pareggio e passare il controllo dell’istituzione nelle mani dei Democratici, che avrebbero 51 seggi contro i 50 dei Repubblicani. Tuttavia, anche in un simile scenario, poche riforme passeranno al Senato poiché la procedura per inserire un progetto di legge nell’agenda politica richiede generalmente 60 voti (esiste infatti la possibilità di votare sull’opportunità o meno di una legge). Questo significa che non dovremo aspettarci grandi cambiamenti, come l’aumento delle imposte o l’adozione di una politica molto progressista. In ogni caso, l’assenza di grandi stravolgimenti avrà l’effetto di ridurre l’incertezza… una condizione che gli investitori apprezzano…

E gli investitori hanno già potuto apprezzare la costituzione della nuova squadra che presiederà al destino economico degli Stati Uniti, con la nomina dell’ex presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, alla carica di Segretaria al Tesoro. Già di per sé questa nomina lancia diversi segnali. In primo luogo, sarà difficile per i senatori repubblicani che l’hanno osannata e che hanno accolto positivamente il suo ruolo a capo della Fed, smentirsi e votare contro di lei. In secondo luogo, la nomina della Yellen, che da sempre difende con fervore l’indipendenza delle Banche centrali, decreta la fine dell’antagonismo tra l’amministrazione Trump e la Federal Reserve. In terzo luogo, la sua esperienza e reputazione le permetteranno di agire e di adottare decisioni politiche efficaci, collaborando con il Congresso e contrastando con stimoli potenti gli appelli dei Repubblicani all’austerità. Questa nuova squadra, completata da altre figure altamente qualificate del calibro dell’alto funzionario internazionale Wally Adeyemo, nominato Sottosegretario al Tesoro, o di Brian Deese, ex dirigente di BlackRock e dell’Ufficio per la Gestione e il Bilancio, nominato direttore del National Economic Council, garantisce stabilità e competenza alla futura politica economica degli Stati Uniti e ha pertanto il merito di procurare agli investitori una dose supplementare di fiducia. Da notare inoltre che in questo team, molti consiglieri hanno esperienza in materia di politiche occupazionali e alcuni sono esperti di politiche per la lotta contro il cambiamento climatico, lasciando presagire che verrà posto l’accento sull’istruzione, l’aumento delle retribuzioni e i progetti infrastrutturali nel campo delle energie rinnovabili. Le riforme progressiste, come il Medicare For All, i grandi programmi di ridistribuzione o le nette inversioni di rotta in ambito fiscale, senza parlare dell’adozione di politiche azzardate frutto della teoria monetaria moderna, non rientreranno nel programma. L’agenda conterrà piuttosto cambiamenti di politica misurati e graduali.