Rolando Grandi

“Identikit” dell’Intelligenza Artificiale

 

Un’automobile è in grado di scrivere un romanzo? La risposta è sorprendente.

1 The Road, un libro che ripercorre il viaggio di alcuni amici tra New York e New Orleans scritto nel 2018 da una Cadillac… dotata di una telecamera di sorveglianza, di un GPS e di un microfono collegato con un’Intelligenza Artificiale in cui erano stati memorizzati 200 classici della letteratura anglosassone. Il manoscritto si è sviluppato lungo tutto il percorso, riga dopo riga, ed è stato redatto su carta. Siamo di fronte a un nuovo genere letterario oppure a una delle tante prodezze dell’Intelligenza Artificiale (AI)?

 

L’Intelligenza Artificiale, un artista come tutti gli altri?

L’AI ha individuato una serie di nuove opportunità in campo artistico. Si sta infatti facendo strada in tutte le discipline artistiche, allargando così le frontiere della creatività. Simile impresa è attribuibile ai progressi compiuti dalle tecnologie di apprendimento, il machine learning (apprendimento automatico) e alle sue evoluzioni, il deep learning (apprendimento profondo della macchina). Il deep learning è uno sviluppo di grande rilevanza visto che punta a imitare il cervello umano basandosi su una rete di neuroni artificiali. Più dati vengono caricati dal machine learning, più impara e diventa accurato. Ad accelerare la curva di apprendimento e consentire l’automazione nell’analisi dei dati è poi il famoso Big Data.

L’emergere del deep learning ha rivoluzionato il modo in cui gli artisti si avvicinano all’Intelligenza Artificiale ora in grado di imparare, creare grazie ai dati che le sono stati forniti, realizzare opere d’arte e dipingere. Così, il Ritratto di Edmond de Bellamy ha fatto scalpore sul mercato dell’arte contemporanea, battuto all’asta da Christies, a fine 2018, a ben 430.000 dollari. Creata da un’Intelligenza Artificiale alimentata da dipinti di artisti famosi, quest’opera del collettivo di artisti francesi Obvious ha superato quel giorno Andy Warhol di cui una stampa è stata venduta a 75.000 dollari.

Il risultato è spesso a tal punto notevole che è impossibile, a occhio nudo, capire se l’opera porta la firma di un’Intelligenza Artificiale o di un pittore. Il software The Next Rembrandt, lanciato da MICROSOFT nel 2016, individua infatti le caratteristiche dei ritratti di Rembrandt e, abbinato a una stampante, è in grado di creare un’opera inedita basata sull’insieme dei codici stilistici dell’illustre maestro.

La musica è un altro ambito prediletto dall’AI. A 334 anni dalla nascita di Johann Sebastian Bach, GOOGLE ha permesso agli utenti di creare una partitura che riprendesse lo stile del compositore e HUAWEI ha terminato la Sinfonia n. 8 (“Incompiuta”) di Schubert (1822). L’AI della start-up lussemburghese AIVA, alimentata con 30.000 partiture e 115 opere di Dvorak, ha concluso un brano per pianoforte 115 anni dopo la morte del compositore. Grazie al deep learning, AIVA – Artificial Intelligence Virtual Artist – sviluppa l’arte della composizione. L’AI ha analizzato 15.000 partiture di compositori famosi utilizzando l’algoritmo per generare un modello musicale matematico e intuitivo che le permette di produrre, su richiesta, composizioni musicali di ogni stile. I suoi clienti annoverano già PIONEERS, NVIDIA, IBM e GOOGLE, tutti nomi importanti in quanto consentono di sviluppare applicazioni economiche di rilievo come la musica per i videogiochi. Infatti, la cosa più frustrante per un gamer è disporre di un ottimo videogioco con un’atmosfera penalizzata da musiche ripetitive. Grazie all’AI di AIVA, i videogiochi disporranno ora di un consistente catalogo musicale che si adatterà a ogni situazione, rendendo i giochi più coinvolgenti.

Il mercato dell’arte, in piena effervescenza, continuerà a trasformarsi sotto l’impulso dell’AI che amplia i confini creativi…. ma non solo. Entro il 2035, il valore aggiunto lordo del settore artistico, dello spettacolo e del tempo libero nei paesi sviluppati è stimato in 453 miliardi di dollari. Se a questo importo aggiungiamo il contributo dell’Intelligenza Artificiale arriviamo a 541 miliardi di dollari , pari al PIL del Belgio.