Enguerrand Artaz

La rivincita dei domestici

Dai Saturnali romani ad alcuni balli dell’aristocrazia inglese del XIX secolo, passando per la Festa dei Folli nel Medioevo, sono state tante nel corso della storia le celebrazioni in cui i domestici diventavano uguali, o prendevano addirittura il posto dei padroni. Una tradizione che le borse europee sembrano voler riportare in auge. Infatti, dall’inizio dell’anno, i “Domestici” – ovvero i titoli azionari di società orientate al mercato interno europeo soprattutto – hanno ampiamente soppiantato i “padroni” dell’ultimo decennio, ovvero quelli orientati all’esportazione.

Niente di più coerente, a prima vista: in un contesto di tensioni commerciali acuite dalla politica tariffaria americana, sembra logico che i titoli delle aziende aperte all’internazionalizzazione siano quelli più penalizzati. Eppure, così non è stato durante la prima fase della guerra commerciale del 2018-2019, che ha certamente coinvolto la Cina soprattutto, quando i titoli internazionali avevano addirittura tendenzialmente accentuato la loro sovraperformance rispetto a quelli domestici.

Il cambiamento di preminenza osservato dall’inizio dell’anno è dovuto in realtà al congiungersi di diversi fattori. Venti contrari si stanno accumulando sui titoli esportatori, tra cui in primis spicca la politica tariffaria di Donald Trump rafforzata però dalla continua debolezza dell’altro principale mercato di sbocco per gli esportatori europei: la Cina. Nonostante i primi segnali di miglioramento, la domanda dei consumatori cinesi rimane bassa, un motivo di preoccupazione regolarmente sollevato in particolare dagli operatori del settore del lusso, LVMH in testa. Inoltre, le società esportatrici sono penalizzate anche dal forte apprezzamento dell’euro dall’inizio dell’anno. La moneta unica ha infatti guadagnato il 10% circa sia rispetto a un paniere di valute sia nei confronti del dollaro statunitense. Il trend potrebbe proseguire dato che la prospettiva di un ritorno della parità euro/dollaro entro qualche trimestre intorno a 1,20 (rispetto all’attuale 1,13) sembra abbastanza credibile.

Questo rafforzamento dell’euro penalizza meccanicamente gli esportatori, rendendo i prodotti europei più costosi anche se avvantaggia, altrettanto meccanicamente, alcune imprese domestiche. È il caso, in particolare, di quelle che hanno bisogno di importare grandi quantità di materie prime scambiate generalmente in dollari statunitensi sui mercati mondiali. Il rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro aumenta quindi il loro potere d’acquisto.

Il principale fattore trainante per le società domestiche proviene tuttavia dai piani massicci di investimento annunciati negli ultimi mesi, ovvero i piani tedeschi e il piano europeo ReArm Europe. Questi investimenti comporteranno infatti un aumento del potenziale di crescita, in particolare in Germania ma anche nell’intera Eurozona dopo un decennio di continuo deterioramento. Storicamente, tuttavia, si osserva una forte correlazione tra il calo del potenziale di crescita nell’Eurozona e la sottoperformance dei titoli domestici rispetto a quelli delle società esportatrici.

Dopo il forte recupero osservato dall’inizio dell’anno[1] ci si chiede naturalmente se questa tendenza continuerà. Diversi elementi inducono all’ottimismo per i titoli domestici. Da un lato, continuano a scambiare con un notevole sconto sulla valutazione rispetto ai titoli esportatori, che potrebbe però ridursi. D’altro canto, oltre agli elementi favorevoli citati in precedenza, potrebbero emergere altri catalizzatori, per prima la deregolamentazione europea di cui sempre di più si parla ma non ancora effettiva. Il secondo potrebbe essere un cambiamento nel comportamento dei consumatori europei che continuano a consumare a un ritmo molto inferiore a quello pre-Covid. Durante i Saturnali, i domestici si sostituivano ai padroni per una sera. Sui mercati europei però, la rivincita dei domestici è destinata a durare.

Rédaction achevée le 23.05.2025, Enguerrand Artaz, Stratégiste, La Financière de l’Échiquier (LFDE)
 
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[1] A titolo illustrativo: +16,4% il 22.05.2025 per il paniere Goldman Sachs “EU Domestics vs Internationals”.