Flash Mercati

Il 9 marzo è stato un lunedì nero per i mercati azionari. Con ribassi compresi tra -5 e -11%, la maggior parte degli indici sono andati in zona “bear market” (che corrisponde –  secondo la definizione – a un calo del 20% o più tra il massimo e il minimo).

Cosa ha generato questa nuova correzione?

A essere chiamata in causa, ancora una volta, è ovviamente l’epidemia di coronavirus che ha originato questa nuova ondata di panico. In particolare, le drastiche misure di contenimento adottate dal governo italiano che hanno decretato la quarantena estendendola in serata all’intero territorio nazionale, fanno temere l’adozione di simili provvedimenti negli altri Paesi europei e persino negli Stati Uniti. Ne conseguirebbe un’interruzione repentina dell’attività economica, le cui proporzioni non necessariamente attese dagli investitori potrebbero portare l’economia mondiale in recessione.

A questo rischio, individuato ma in aumento, si è aggiunto lo spettro di una guerra del petrolio con le sue conseguenze finanziarie. L’insuccesso dei negoziati tra l’OPEC e la Russia sui tagli alla produzione di petrolio, che ha indotto il cartello a rimuovere ogni limite alla sua produzione, ha provocato il crollo del prezzo del barile di quasi -30% in apertura lunedì 9 marzo. Questo tonfo ha alimentato molti timori poiché potrebbe rivelarsi disastroso per il settore energetico americano (soprattutto quello dello shale gas) fragile e indebitato, provocando default a ripetizione. Potremmo assistere, di conseguenza, a gravi tensioni sul mercato del credito americano o, addirittura, a una crisi di liquidità. 

Di fronte a questi due timori, gli annunci in tema di politica monetaria potrebbero non bastare a breve termine. I governi sono stretti tra due fuochi: la riflessione sulle misure da adottare per arginare l’epidemia di covid-19 e la necessità di individuare i mezzi per sostenere l’economia. Questa situazione di incertezza durerà probabilmente ancora qualche giorno.

Quale impatto sulle principali asset class?

Sui mercati azionari i ribassi sono stati significativi in tutti i settori ma quelli più ciclici e, in particolare l’energia e i titoli bancari, sono stati maggiormente penalizzati. Va inoltre rilevato che, come nella prima ondata di ribassi, le azioni dei mercati emergenti stanno resistendo meglio di quelle delle economie sviluppate. Sul fronte del credito, mentre l‘Investment Grade resiste, l’High Yield è trascinato dall’avversione al rischio e la liquidità tende a prosciugarsi. I titoli di Stato ritenuti “sicuri” continuano a essere ricercati, provocando una riduzione dei rendimenti. Il decennale tedesco ha raggiunto il minimo storico di -0,9% mentre quello americano ha sfiorato lo 0,31% prima di tornare ad attestarsi allo 0,50% circa. 

Come interveniamo in questo contesto?

Riteniamo che l’incertezza sia destinata a continuare qualche giorno ancora. In questo contesto, la riunione giovedì della Banca Centrale Europea sarà oggetto di particolare attenzione, ancorché non si sappia quale azione da parte sua possa rassicurare gli investitori. Grande attenzione dovrà essere dedicata anche alla situazione americana. I dati attuali relativi all’epidemia di Covid-19 negli Stati Uniti sono indubbiamente di gran lunga sottostimati rispetto alla realtà e un loro aggiornamento provocherebbe sicuramente nuovi timori. Infine, sulla scia del precedente italiano, esiste il rischio non trascurabile che le misure di contenimento si moltiplichino nelle economie occidentali. Questo vale anche per gli Stati Uniti dove un blocco delle attività potrebbe aggiungere altra pressione su settori già indeboliti dal crollo del petrolio, provocando un potenziale effetto valanga.

Di fronte a questa situazione, sono state adottate o rafforzate le coperture e strategie difensive nelle nostre asset allocation. Per i fondi azionari, se da un lato sono innegabili gli entry point offerti nel caso di società di qualità identificate dal team di gestione, siamo dall’altro d’avviso di dovere dimostrare pazienza nel breve termine e tornare a esporci al rischio soltanto in maniera molto graduale.

Redatto il 9 marzo 2020.